Nel 1948 terminò la ricostruzione dell'infrastruttura radiofonica, danneggiata durante la guerra, con il completamento della nuova rete nazionale di ventotto trasmettitori. Le due reti si espansero fino a coprire tutto il territorio nazionale.[14] Inoltre, nel settembre di quell'anno, si tenne la prima edizione del Premio Italia,[14] dedicato alle opere radiofoniche, istituito grazie anche al direttore generale Salvino Sernesi.
Nel 1949 entrò in funzione il nuovo impianto di Prato Smeraldo[14] per le trasmissioni all'estero in italiano (distinte per l'Europa, per le Americhe, per l'Australia e Nuova Zelanda, per l'Africa Orientale e il Vicino Oriente), in inglese (per l'Europa, per l'Australia e Nuova Zelanda, per il Medio-Estremo Oriente, per il Sudafrica, per il Nordamerica), in francese (per l'Europa, per il Nordafrica e Vicino Oriente, per il Medio-Estremo Oriente, per il Canada), in spagnolo (per l'Europa e per l'America Latina), in portoghese (per l'Europa e per il Brasile), in arabo, persiano, turco, cinese, giapponese, indonesiano, hindi, urdu, bengali, esperanto, tedesco, danese, svedese, fiammingo, polacco, ceco, slovacco, ungherese, romeno, bulgaro, serbo, albanese, ucraina, lituano, russo e greco.[17]
Nell'immediato dopoguerra furono inaugurati anche i programmi in tedesco e ladino di Sender Bozen e quelli in sloveno di Radio Trieste. Il 15 settembre 1949 la Rai creò la propria casa editrice, la Edizioni Radio Italiana (ERI), interamente controllata dalla società madre,[14] che si aggiungeva alle consociate storiche Sipra e Fonit Cetra. Nello stesso anno la Rai riprese, dopo dieci anni, la sperimentazione delle trasmissioni televisive: dapprima a Roma e successivamente a Torino, dove fu costruito anche uno studio di registrazione.[14] L'incontro Juventus-Milan 1-7 del 5 febbraio 1950 fu la prima partita di calcio a venire ripresa dalle telecamere.[18][19] Nello stesso febbraio 1950 fu creata l'Unione europea di radiodiffusione (UER), nella quale la Rai ottenne un posto permanente nel consiglio di amministrazione, per sostituire l'OIRT, dalla quale i paesi occidentali si erano staccati a causa della guerra fredda.[20]
Il 12 febbraio 1950 nasce l'Unione europea di radiodiffusione, di cui la Rai è tra le 23 organizzazioni di broadcasting fondatrici.
Il 10 settembre 1952, dalla sede Rai di Milano, venne avviato in forma sperimentale il primo telegiornale: la prima notizia trasmessa riportava la regata storica di Venezia.
L'espansione radiofonica e la nascita del "canone"
Nello stesso anno viene creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi a essere trasmesso in modulazione di frequenza. Il palinsesto radiofonico fu così ristrutturato intorno a tre diversi programmi nazionali: il Programma Nazionale generalista, il Secondo Programma di intrattenimento leggero e il neonato Terzo Programma culturale.[21][22] Grossomodo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra.[23][24]
In questo periodo la Rai aveva vari complessi artistici stabili. Per la musica classica le tre orchestre e cori delle sedi regionali di Torino, Milano e Roma (cui nel 1957 si aggiungerà l'Orchestra da Camera "Alessandro Scarlatti" di Napoli). Per il teatro le compagnie di prosa di Firenze e Torino, nonché la compagnia del teatro comico musicale di Roma e la compagnia di rivista di Milano.[17]
Il 26 gennaio 1952 il Governo firmò una convenzione con cui venne concessa alla Rai l'esclusiva delle radioaudizioni circolari, della televisione e della filodiffusione fino al 15 dicembre 1972. Contestualmente, tutte le azioni della società passarono all'IRI, ponendo la Rai sotto il controllo indiretto del governo italiano.[13] L'anno successivo, le azioni della SIPRA furono spartite tra IRI e RAI. Il 19 novembre si decise l'istituzione del canone televisivo introdotto l'anno successivo.
1954-1970: la RAI diventa Radiotelevisione Italiana
L'avvio delle trasmissioni televisive
«La Rai − Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive.»
Alle ore 11:00 del 3 gennaio 1954, l'annunciatrice Fulvia Colombo diede ufficialmente avvio alle trasmissioni televisive regolari del Programma Nazionale (l'attuale Rai 1),[25][26] leggendo un annuncio speciale in diretta dagli studi di Milano.[26] Alle 14:30 dello stesso giorno,[26] invece, andò in onda il primo programma televisivo in assoluto, Arrivi e partenze, condotto da Mike Bongiorno e Armando Pizzo.[4][26] Alle 20:45, venne trasmessa la prima edizione regolare del telegiornale, diretto da Vittorio Veltroni e condotto da Riccardo Paladini.[26] Infine, alle 23:15, andò in onda la prima puntata de La Domenica Sportiva, il programma più longevo della televisione italiana ancora oggi in onda.[4][26] In quest'ultima trasmissione, condotta da Nicolò Carosio, furono mostrate le prime immagini di una partita, Inter-Palermo, che si era conclusa sul 4-0 per i nerazzurri; Sergio Brighenti, autore di una tripletta durante l'incontro, diventò il primo calciatore ospite del programma.[26]
Come conseguenza dell'estensione della propria attività al settore televisivo, il 10 aprile 1954 la Radio Audizioni Italiane S.p.A. cambiò la denominazione sociale in Rai - Radiotelevisione Italiana S.p.A.[26]
L'avvio delle trasmissioni televisive comportò, durante gli anni cinquanta, la costruzione della rete nazionale dei trasmettitori televisivi: ai già esistenti impianti di Torino-Eremo, Milano-Corso Sempione e Roma-Monte Mario si aggiunsero, nel 1953, i centri di Monte Penice, Portofino Vetta, Monte Peglia e Monte Serra,[4][26] e nel 1954 Monte Venda,[4] cosicché nel 1954 era coperto il 36% circa della popolazione.[4][26] Nel 1955 venne aggiunto Monte Faito, e nel 1956 la rete venne completata con gli impianti di Monte Argentario, Monte Conero, Monte Nerone, Monte Vergine, Monte Caccia, Monte Sambuco, Monte Scuro, Gambarie, Monte Pellegrino, Monte Soro, Monte Limbara e Punta Badde Urbara.[14]
Fra il 28 e il 29 aprile del 1955, si tenne la prima telecronaca di una seduta parlamentare, in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica che assegnarono l'incarico a Giovanni Gronchi.[26] L'anno successivo, i VII Giochi olimpici invernali, disputatisi a Cortina d'Ampezzo, furono i primi a essere trasmessi a un'audience internazionale in Eurovisione. I diritti di trasmissione furono ceduti gratuitamente alla Rai, alla quale fu riconosciuto anche un rimborso spese di 10 milioni di lire per coprire i costi per portare le apparecchiature fino a Cortina.[27]
Nel 1957, con un decennio di anticipo rispetto alla tempistica inizialmente prevista, tutto il territorio italiano fu coperto dal segnale
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